Mitologia greca

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Donazione

Perseo

Figlio di Zeus e Danae e nipote di Acrisio, re di Argo, fu gettato in mare con la madre dentro una cassa, e salvato da un pescatore. Furono entrambi affidati a Polidette, re dell'isola di Serifo. Il malvagio re, coltivando intenzioni poco oneste nei confronti di Danae, volle poi liberarsi di Perseo, ormai cresciuto. Pretese allora che gli fosse portata la testa della Gorgone Medusa e l'eroe accettò senza indugio, dall'alto della sua giovanile tracotanza. Sotto l'egida protettrice di Atena e Ermes, ricevette in dono una scimitarra, dei calzari alati, una magica bisaccia per contenere la testa di Medusa, e un elmo, capace di rendere invisibile chiunque lo indossasse. Fu quindi inviato presso le Graie per ricevere consiglio; a queste sottrasse il loro unico occhio che lo guidò dalle Gorgoni. Perseo oltrepassò l'Oceano e giunse nei pressi del giardino delle Esperidi, ove sorprese nel sonno le Gorgoni. Per evitare di essere pietrificato dal micidiale sguardo, avanzò guardando attraverso il riflesso del suo scudo che, grazie ad Atena fu di specchio; la dea guidò quindi la mano del guerriero che mozzò la testa di Medusa. Dal collo sgorgante fiotti di sangue, presero forma il cavallo alato Pegaso e Crisaore, padre di Gerione. Riposto il terribile capo, Perseo spiccò il volo con i suoi magici calzari, sorvolando le coste libiche; dalle gocce di sangue che colavano dalla bisaccia, riempì il deserto di vipere e il mare di corallo. Al loro risveglio le Gorgoni, trovarono la sorella morta e si lanciarono all'inseguimento di Perseo che, grazie al prodigioso elmo, scampò alla loro temibile vendetta. Volendosi quindi riposare, chiese ospitalità ad Atlante; al suo rifiuto il gigante fu pietrificato dalla testa di Medusa, divenendo la montagna che ancora oggi porta il suo nome. Sulla via del ritorno salvò Andromeda, che incatenata su uno scoglio, era in balia di un mostro marino, inviato da Poseidone.Fatto ritorno a Serifo, Perseo pietrificò Polidette con la testa di Medusa, quindi procedette per Argo, volendo fare dono del suo trofeo ad Atena che lo pose sul proprio scudo. Nel frattempo Acrisio morì per una banale ferita e Perseo ereditò quindi il regno di Trezene, ma sentendosi in qualche modo colpevole della sua morte, ne fece scambio con quello di Tirinto. Qui fondò il regno di Micene, di cui i Ciclopi edificarono le mura. Trascorsero anni di serena reggenza, fin quando sopraggiunse Bacco con il suo seguito di Satiri e Menadi, intenzionati a imporre il loro culto orgiastico. Al perentorio rifiuto di sovrano e popolazione, Bacco punì le donne con la pazzia che le spinse all'infanticidio. Intervenne in favore di Micene, Era che, odiando Bacco, figlio illegittimo di Zeus, durante la battaglia, ne pietrificò l'amata sposa Arianna. Bacco s'infuriò a tal punto che distrusse la città; Zeus inviò allora Ermes nel tentativo di riconciliare i suoi due figli e promise di porre Arianna fra le stelle, nella speranza di placare il suo animo.



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