Mitologia greca

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Orione

Secondo una versione del mito, viveva a Tanagra un vecchio di nome Ireo che ospitò nella sua capanna Zeus, Ermes e Poseidone. Gli dèi grati della sua ospitalità, gli domandarono quale fosse il suo più grande desiderio e Ireo chiese così di poter avere un figlio. Vista la tarda età dell'uomo e quindi la sua incapacità di generare, gli olimpi riempirono un'otre della loro urina e ne disposero affinché venisse sotterrata. Dieci mesi dopo fuoriuscì dal suolo un gigante che portava il nome di Orione, in ricordo delle sue origini. Il giovane di straordinaria bellezza s'innamorò di Merope, figlia di Enopione (figlio di Dioniso). Il gigante partì a chiedere la mano della fanciulla e ottenne il consenso a patto che avesse liberato l'isola dalle mostruose creature che la infestavano. Dopo aver compiuto con successo l'impresa, Orione si presentò a riscuotere il suo compenso che gli venne ingiustamente rifiutato. In preda alla disperazione, il giovane si ubriacò e, entrato nella stanza della sua amata, la violentò. Enopione chiese quindi a Dioniso, suo padre, di vendicare tale affronto: fu fatto ubriacare una seconda volta dai Satiri e, quando cadde addormentato, Enopione lo accecò. Un oracolo predisse poi al cieco che se avesse voluto recuperare la vista, avrebbe dovuto recarsi ad Elio, sorgente dell'Oceano accompagnato da un servitore di Efesto, tale Cedalione, raggiunse le rive della sorgente e riacquistò la vista. Ripartì alla volta di Chio per mettere in atto la sua vendetta, ma Enopione prevenuto da Efesto si nascose sapientemente; Orione credendolo nascosto presso Minosse, si recò a Creta dove cominciò la strage di tutti gli animali che incontrava. Madre Terra pose fine allo scempio, inviandogli un enorme scorpione che lo uccise. Data la sua divina origine, fu posto fra le stelle nella costellazione che ancora oggi porta il suo nome, così come lo scorpione, mentre il suo fedele cane da caccia venne trasformato nella stella Sirio. Un mito secondario lo vuole figlio di Poseidone e Euriale, figlia di Minosse. Sempre ad Enopione venne attribuita la sua cecità per aver insidiato Merope che, in questo caso, era sua moglie. Fu guarito da Elios (il Sole). Proseguì nella caccia di Enopione, uccidendo tutti gli animali, e fu bloccato da Gea che, come nella precedente fonte, gli inviò uno scorpione.



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